Non ho purtroppo mai avuto modo da piccolo di cimentarmi in sport motoristici e anche ora, pur essendoci molte proposte pubblicizzate come motorsport “low cost”, è impossibile giustificare le esose cifre richieste, ovviamente non compatibili con le tasche di un ragazzo di poco più di 20 anni.
Questo finché, un paio di anni fa, ho finalmente trovato una soluzione, le Legend Cars, un gustoso primo assaggio del mondo degli autodromi.
Partiamo dal principio: le Legend Cars nascono negli USA come formula di motorsport a bassissimo costo; si tratta di un minuscolo telaio monoposto artigianale con all’interno un 4 cilindri motociclistico raffreddato ad aria-olio: 1300 cc di cilindrata e 130 cv di potenza che, considerati i 450 kg di peso del veicolo, rendono la vettura tutt’altro che lenta. Questo semplice “pacchetto” è avvolto da una carrozzeria in vetroresina che imita le belle Ford berline degli anni ’30. Praticamente l’auto di Nonna Papera dopo una massiccia assunzione di anfetamine.
È invece possibile recarsi in autodromo, dopo aver prenotato, per poter girare liberamente in pista e godersi questi mostriciattoli. Finalmente come prezzi si ragiona. Con quello che spenderesti accompagnando la tua bella a cena fuori, qui esci dopo 10 giri con un sorriso enorme. Inoltre le Legend Cars non possono accampare scuse quali il mal di testa e il sonno per non farti divertire.
Dopo un breve briefing (“dai gas che è facile”) e dopo abbondanti figuracce nel parcheggio per colpa della frizione da moto, è finalmente ora di entrare in pista.
Non aspettatevi termini come “setup” o “assetti”: qui è tutto crudo, viscerale. Con quest’auto si deve fare la lotta; lo sterzo è duro, il motore rabbioso e, con il differenziale aperto, la trazione posteriore e un passo cortissimo, la Legend non vuole andar dritta nemmeno in rettilineo.
Chi ha la fortuna di girare in pista con auto più raffinate e veloci starà sicuramente ridendo di me ma, per un neofita, quest’auto trasmette tutte le sensazioni giuste: la seduta è da vera auto da corsa, il suono del 4 cilindri è fortissimo e le vibrazioni sono molte. Entrando in curva si trova subito il limite del sottosterzo, che, dando gas, diventa subito un sovrasterzo godurioso e istintivamente facile da controllare.
Divertentissime, rumorose e rozze, le Legend Cars per la prima volta mi hanno fatto capire cosa provano i piloti, quelli veri. Ma per quei 10 giri, tra derapate e staccate, mi sono sentito pilota vero pure io.
God save the gentlemen drivers!
N.d.R. le fotografie risalgono al 2014, la mia prima volta a Castelletto. Il parco auto è costantemente aggiornato.
Riccardo F.
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